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VEGVISIR - ELMO VIKINGO- COMPASSO RUNICO - MISURA PICCOLA

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ARGENTO 925°/°° DIAMETRO MILLIMETRI 26

VEGVISIR - ELMO VIKINGO- COMPASSO RUNICO - PICCOLO

Senza titolo 2

Il Vegvisir è un antico simbolo magico, la parola Vegvisir è formata da due parole islandesi: Veg e Vísir. Veg è un abbreviativo di "Vegur" e significa "strada" o "percorso", e "Vísir" sta per "guida" o “guide”.

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VEGVISIR - ELMO VIKINGO- COMPASSO RUNICO - PICCOLO

Senza titolo 2

Il Vegvisir è un antico simbolo magico, la parola Vegvisir è formata da due parole islandesi: Veg e Vísir. Veg è un abbreviativo di "Vegur" e significa "strada" o "percorso", e "Vísir" sta per "guida" o “guide”.

Il Vegvísir è un talismano islandese di protezione conosciuto come compasso runico o bussola runica e ritrovato nel manoscritto di Huld ÍB 383 4to, un antico grimorio islandese scritto da Geir Vigfússon nel 1860 che riporta questo testo sotto al simbolo:
(IS)
«Beri maður stafi þessa á sér villist maður ekki í hríðum né vondu veðri þó ókunnugur sá»
(IT)
«Se qualcuno porta con sé questo simbolo, non perderà mai la propria strada nella tempesta o nel cattivo tempo, anche se percorre una strada a lui sconosciuta»
(Manoscritto di Huld)

Questo simbolo, di origine islandese, è un sigillo magico, che veniva tracciato sulle navi per non perdere la rotta e sapersi orientare anche nel cattivo tempo. Questo simbolo è attestato nel manoscritto di Huld, redatto da Geird Vigfusson nel 1880, ma si pensa che abbia origini più antiche. Una pagina del manoscritto, nel quale viene mostrato, oltre al nome è riportata la seguente frase:” Se qualcuno porta con sé questo simbolo, non perderà mai la propria strada nella tempesta o nel cattivo tempo, anche se percorre una strada a lui sconosciuta”

Secondo il sito sunnyway.com il significato di questo simbolo, oltre a “compasso” “segno di direzione” vuol dire “guarda la via”, questo talismano mira a non perdersi in nessuna strada, fisica o metafisica. Come molti sapranno questo simbolo è tatuato anche sul braccio della cantante islandese Bjork e della sua amica Didda, ella stessa dice: “Con questo so sempre dove sto andando e so che ne nebbia ne tempesta possono farmi perdere il mio cammino.”

Sappiamo che questo talismano veniva impresso con la saliva o con il sangue nella parte interna dell’elmo (come Aegjshalmur), così come ogni sigillo magico nordico, è necessario un “testimone” del nostro stesso corpo, per far si che l’opera sia “attiva”.

«Se qualcuno porta con sé questo simbolo, non perderà mai la propria strada nella tempesta o nel cattivo tempo, anche se percorre una strada a lui sconosciuta»
(Manoscritto di Huld)

La precedente frase fu ritrovata in un antico manoscritto, denominato Manoscritto Huld ossia il manoscritto oscuro e si riferiva al Vegvisir disegnato tra le pagine. Il nome Manoscritto Huld fu dato ad un grimorio islandese (che conteneva racconti e incantesimi), compilato da Geir Vigfusson nel 1880.
Il Vegvisir fu inoltre ritrovato in un grimorio islandese del 1600 chiamato Galdrabòk; e infine Nella “Hrana saga ring”, una delle più antiche saghe islandesi viene citato il vegvisir: "Il tempo era nuvoloso e tempestoso ... il re si guardò intorno e non vide l'azzurro del cielo ... poi il re prese in mano il Vegvísir e videro dove [il sole] apparso nella pietra."

Anche se approssimativamente si conosce il significato del Vegvisir, il suo senso più profondo è ancora incerto. Lo si ritiene genericamente una sorta di bussola runica, un segnale di direzione, più precisamente lo “scorgere il modo in cui avvistare la via”.

Le antiche leggende narrano che i vichinghi islandesi, già intorno alla fine del IX° sec., lo tracciassero regolarmente sulle navi per non perdere la rotta e sapersi orientare anche nelle peggiori condizioni meteorologiche.

In molti casi veniva tracciato con la saliva, con un carboncino o con il sangue anche sulla fronte o nella parte interna dell’elmo.
Come molti dei simboli magici di tale matrice anche il Vegvísir necessita, per essere efficace, del cosiddetto "testimone", ossia una componente biologica del portatore: sangue, saliva o fluidi corporei, tessuti ecc., che devono essere parte integrante del supporto su cui il simbolo è disegnato, o essere il portatore stesso tale "supporto".

Da dove deriva il Vegvisir

Il Vegvisir sembra rientrare all’interno dei simboli complessi islandesi chiamata “Pentagrammi”. Tali simboli sono antichissimi ed in molti pentagrammi si rilevano elementi grafici che richiamano le rune, i simboli cabalistici e allusioni agli dèi norreni, a Salomone e

al Cristo. La maggior parte di questi simboli magici sembrano essere stati ideati per aiutare a risolvere i problemi della vita quotidiana.

“Tutto l'insieme costituisce un quadro di quella che era la vita nel 17° secolo in Islanda. Con lunghi inverni bui, terreni poco adatti alle colture e mari ghiacciati, la vita era implacabile. La "buona sorte" sembrava essere una componente fondamentale nella società e gli islandesi facevano tutto il possibile per influenzare a proprio favore la "fortuna". In tempi di carestia sarebbero stati tentati di derubarsi l'uno dall'altro e le dispute sarebbero sfociate nella violenza. Una certa reputazione di forza e la capacità di intimidire rappresentavano fattori importanti per la sopravvivenza e molti pentagrammi sono stati creati per consentire al portatore di acquisire tale status e allontanare da sè le negatività”.
Sebbene il Vegvisir si avvicina ai Pentagrammi, i suoi simboli ne sono estranei. Esso incorpora in sé 8 diversi glifi che lo rendono un simbolo adatto per la difesa contro molti tipi di ostacoli che potrebbero causare lo smarrimento della giusta strada, intesa nel senso più ampio del termine. Non si è ancora riusciti a decriptare completamente i glifi.

Significato del Vegvisir

Per comprendere pienamente il senso del Vegvisir bisogna intenderlo come un simbolo dinamico e attivo, in interazione con le energie del portatore. Il vegvisir ha lo scopo di guidare il portatore e difenderlo dagli ostacoli lungo il cammino. Esso viene attivato quando riceve il testimone dal portatore.

“Il simbolo, nella sua globalità e prescindendo quelle che sono le varianti e gli adattamenti grafici, denota una struttura di base con 8 glifi praticamente identici. Da un comune punto centrale si irraggiano 8 semirette che si aprono al vertice in una sorta di forcelle "tridentate" che simboleggiano al contempo trasmissione e ricezione, emanazione e promanazione, invio e riassorbimento dell'energia. Si tratta di una struttura di base necessaria, come nella musica è il pentagramma, senza il quale le note musicali non avrebbero valore. La "forcella" in realtà è una runa, la ALGIZ e reca con se anche il significato tradizionale di protezione”.

“Ricordiamo che la runa Algiz simboleggia la protezione celeste, i desideri realizzati, le sofferenze svanite. La sua forma ricorda quella di un uomo con le braccia alzate verso il cielo, simbolo dell’uomo in

contatto col cielo e la terra. Estrarre Algiz significa che stiamo scoprendo il sacro nella nostra vita e dentro di noi e che stiamo riconoscendo e celebrando i doni ricevuti. Algiz è la Runa dell’Ordine Cosmico, è la tensione verso l’assoluto, la ricezione di forza e sostegno” (Runemal). Vediamo quindi quanto sia importante il fatto che i glifi del Vegvisir abbiano come base Algiz.

Da “Esoterismo e Misteri”, studio di Claudio Dionisi:

Glifo Nord 1: le tre barre orizzontali sull'asse verticale inferiore funzionano come modificatore della Algiz e simboleggiano un'amplificazione della funzione di protezione.
Glifo Nord Est 2: In questo caso ci troviamo alla presenza di due distinti elementi con significati diversi. La parentesi piccola e la barra sono il primo elemento e rappresentano il portatore del Vegvisir mentre l'altro glifo, che non è una runa, reca con se i richiami caratteristici di yin e di yang.

Glifo Est 3: E' una runa abbastanza comune e simboleggia le "persone" ed il loro relazionarsi al portatore o più esattamente le "funzioni di relazione" tra il portatore e gli altri.
Glifo Sud Est 4: indica forza nella trasmissione o emanazione ma impenetrabilità alla ricezione: una trasmissione a senso unico verso l'esterno. Il riferimento più immediato è con la runa Tyr o Teiwaz che rappresenta la guida ma anche la forza e il coraggio.

Glifo Sud 5: La sua complessità e originalità è piuttosto evidente. Il significato è solo intuibile e sembra sottintendere un'amplificazione della funzione trasmissione-ricezione, non dal punto di vista della "forza" quanto della "frequenza", mediante l'utilizzo di maggiori strutture.

Glifo Sud Est 6: Si tratta forse di una rielaborazione sincretica operata in periodo rinascimentale aggiungendo parti di elementi archetipici. Non sappiamo esattamente cosa esprima.
Glifo Est 7: il glifo più soggetto a variabilità tra quelli testimoniati nell'Huld Manuscript, nel Galdrakver e nel Galdraskræða Skugg,a che sono però testimonianze del 19° e 20° sec..

Glifo Nord Est 8: Il cerchio che sta in testa all'asse ci concede qualche spiraglio di ipotesi sensata. E' un elemento scomparso per secoli dai vari alfabeti per poi ricomparire con una pluralità di significati dove l'uomo è in relazione alla competizione o gara, alla famiglia, al grande artiglio del falco e alla madre terra...............

In merito al Glifo Est 7, vorrei aggiungere che, le scritture di Marija Gimbutas suggeriscono che i simboli che richiamano un pettine (come quello del glifo qui presente) erano collegati, nell’Europa Antica, a simboli di energia. Nello specifico il pettine era abbinato alla Dea Uccello e alle ali della Dea Avvoltoio, rispettivamente simboli di Dea come Datrice di Vita e Dea di Morte e Rigenerazione. Ancora oggi i contadini europei usano il pettine come oggetto di protezione.

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